LA STAMPA AOSTA E REGIONE Domenica 4 gennaio 1998

L’ultimo progetto dell’eclettico ed irriducibile musicista valdostano ne segna il ritorno sulla scena.

"Quarantannisuonati" di Carlo Enrietti

Un CD provocatorio che lascia spazio alle emozioni

COGNE. E’ tornato un irriducibile! Ed è tornato con un CD nuovo di zecca, ricco nella sua solita (eclettica e un po’ sofferta) sensibilità musicale, della sua ironia, della sua passione per i calembour. Da oltre vent’anni Carlo Enrietti percorre la storia musicale della Valle d’Aosta praticando strade "autoriali", da solo o in compagnia dei più disparati compagni di strada. Insegnante anglofono e anglofilo, appartatosi da qualche anno nella calma di Lillaz, a Cogne, Enrietti ha covato a lungo questo suo nuovo progetto, che tiene conto sia delle esperienze passate (vi si trovano, riarrangiati, vecchi brani di sua produzione) sia di nuovi stimoli ispirativi, che gli vengono dall’osservazione, attenta e spesso irriverente, della vita regionale, ma anche di quella più segreta della sfera privata. Il risultato è "Quarantannisuonati", in cui il musicista valdostano (che qui, oltre a cantare, suona chitarra acustica e elettrica, tastiera, sax contralto e basso), trova la complicità di Roberto Sansone (tastiere aggiuntive, programmazione computer e basso), Frédéric Champion (batteria), Paolo Ricca (pianoforte), Guido Gressani (batteria), Maurizio Bucca (Contrabbasso), Giovanni Navarra (flauto), Christian Thoma (oboe, corno inglese),Davide Sanson (tromba, cornetta) e Grazia San Vitale (voce).

Il disco, che contiene dodici brani più una chiusura a ritornello, si preannuncia dalla copertina, di piglio autoironico, con un Enrietti perplesso alle prese con il solito gioco di parole, un fumetto "Ho un piano in testa", che fa il paio con il titolo del primo pezzo "Miss K", riflessione sull’astinenza da buona musica che finisce per esplodere in un gran boato rock, oppure con "Fish Blues", dove l’ispirazione si trasforma in "tormentone" con gran divertimento di chi canta e di chi ascolta. Oppure ancora con "Sciapò", rimpianto di un amore finito male, e "Cielo duro" giaculatoria astrologico-esistenziale in forma di rock.

Ma Enrietti non si ferma alle provocazioni. Spesso si lascia prendere anche dalle emozioni "umanistiche", come nel sentito ritratto di "Pino!", nello struggente pezzo in patois "Papa que ch’a-té?", nelle divagazioni sul "Mare in quarta fila" del brano omonimo, nell’invocazione della quiete domestica di "Serena felicità". Ed è forse proprio a partire da queste ultime canzoni che viene maggiormente il desiderio di risentire il disco. Per riassaporare i ricordi e le sensazioni di chi ha vissuto. Per saperne di più di questi "quarantannisuonati", che l’aria del tempo ci propone e si porta con sé.

Luciano Barisone

------------------------------------------------------------------------------

Cultura TuttoVallée sabato 20 dicembre 1997

  • "Fontina rock": primo cd per il cantautore insegnante
  • Quarantanni suonati

    Carlo Enrietti ha un piano in testa

    AOSTA - Non è mai troppo tardi. Il polistrumentista aostano Carlo Enrietti per sfornare il suo primo CD ha, infatti, aspettato quarant'anni, anzi - Come recita il titolo del lavoro -"'Quarantannisuonati'. Il debutto pubblico del quarantaseienne Enrietti risale infatti al 1955, quando all'asilo suonò la fisarmonica in una recita natalizia. Dalla metà degli anni '60 divenne poi uno dei protagonisti storici del "'fontina rock" con gruppi come "Neon", "Krypton," e "Macho Camacho".

    Con questi ultimi, in particolare, giunse alle soglie della notorietà nazionale con la partecipazione nel l988 al programma televisivo Jeans2 condotto, su RAI Tre da Fabio Fazio e l’incisione del Q disc "El Presidente" distribuito dalla RCA.

    SENZA COMPLESSI - Finita quell'esperienza, dal 1991 si è presa una lunga pausa di riflessione che è sfociata nell'incisione del CD. Finalmente sono uscito allo scoperto da solo, probabilmente perché mi sono passati tutti i "complessi" precedenti. In realtà anche verso la metà degli anni '80 c'era stata una partecipazione solitaria alla compilation "AO 0001" con le canzoni "TorinoT’orino" e "Degenerando". Quest’ultima è presente, riarrangiata, anche nel nuovo CD.

    Tra i pezzi "riciclati" ma mai suonati in pubblico anche "Ferro" (ha almeno 3O anni e l’ho ripreso in fondo al disco con un quartetto d'archi), Cielo duro" e "Miss K". Adesso è diventata un pezzo quasi dance, ma è stata scritta nel 1981 in un momento di sconforto musicale. Parla dei rock come "bisogno fisiologico", infatti canto "mi scappa il rock, dove lo faccio? Lo faccio qui". Legate a situazioni locali sono"Pino", dedicata al "luogotenente del reparto Eternità" Pino America, e l'autobiografica "Sono nato ad Aosta".

    UN PIANO IN TESTA - Anche i restanti brani del CD sottolineano il grande ecclettismo musicale di Enrietti che oltre a cantare suona chitarre, tastiere, basso e sax contralto. Si va dal folk rivisitato di "Pàpa, que ch'a-té?" cantato, nel patois di Cogne al nonsense di "Fish Blues"', dalla ballad "Il mare in quarta fila" (ispirata da una vacanza in Riviera) allo swingante "Sciapò". In quest'ultimo pezzo suonano il batterista Guido Gressani ed il contrabbassista Maurizio Bucca. Il manipolo di musicisti locali che hanno partecipato all'incisione comprende anche il flautista Giovanni Navarra, l'oboista Christian Thòma, Davide Sanson (tromba nella funkeggiante "Le ragazze non si stancano mai") ed il quartetto d'archi Corolla, Diémoz, Impérial, De Marchi. Fondamentale poi l'apporto musicale di Roberto Sansone. Quali prospettive ti si aprono adesso? "Un 'piano in testa' ce l'ho. -risponde, citando la copertina ideata da Alberto Faccini - Non avrò una bella voce, però sono più alto di Cocciante e più intonato di Paolo Conte".

    Gaetano Lo Presti

    ------------------------------------------------------------------------------

    Cultura TuttoVallée sabato 3 gennaio 1998

    Carlo Enrietti, affermato polistrumentista

    Premio alla carriera

    Quarantannisuonati del quarantaseienne polistrumentista aostano Carlo Enrietti è stato giudicato il miglior lavoro pubblicato da un valdostano nel 1997. "Il mio timore era che a causa del mio eclettismo musicale fosse venuto fuori un prodotto troppo eterogeneo per piacere. Questo riconoscimento, invece, mi conforta. Spero che questo CD possa determinare una ripresa del movimento musicale in Valle, come era successo alla metà degli anni ottanta con la cooperativa "Plaque à musique" di cui ero presidente. Intanto i fratelli Cali mi hanno concesso due spazi musicali nelle serate di "Bravograzie" svoltesi a Courmayeur".

    Al secondo posto il CD dei "Demoè" inciso con il nuovo sistema AVS e dedicato a musiche di Iannis Xenakis.

    Il terzo posto dei Kina con "Città invisibili" (pubblicato, in realtà, nel 1996) vuole essere un omaggio alla straordinaria carriera di questo gruppo storico del punk europeo che, proba.bilmente, con il 1997 ha cessato di esistere (e con loro l'etichetta "Blu Bus"). Seguono il disincantato glamourock dei S. A. D. di "Smack" e, a sorpresa, "Vecchi Uccelli" realizzato dal cantautore calabrese Ciccio Carere con gli arrangiamenti di Giorgio Negro. Con le sue oltre 1.500 copie vendute, "Vecchi Uccelli" si avvia ad essere il più grande successo discografico di tutta la storia del pop-rock valdostano.

    Miglior CD virtuale è stato giudicato "Il mondo ne ha bisogno" del cantautore Franchino Tripodi, la cui imminente uscita è ormai annunciata da mesi.

    ------------------------------------------------------------------------------

    Informazione 2/98

    "quarantannisuonati"

    prima fatica discografica per

    Carlo Enrietti

    Al prof. d'inglese scappa il rock!

  • In assoluto la sua più giovane "fans" è mia nipote, Elisa, di appena un anno e mezzo. Nel brano del suo cd dal titolo "quarantannisuonati" da poco uscito, Carlo Enrietti ha scritto "Serena felicità" una canzone dedicata proprio ad una certa Elisa che, suppongo, sia dedicata a sua moglie. "(...) sali dolce Elisa/ Non sarai più tesa/ La felicità/ E' come l'aria: non ti pesa / Finché c'è si inala/ Finché non è finita/ La puoi respirare/ Ma non stringer tra le dita". Mia sorella ne è rimasta entusiasta, tanto da fargli recapitare una fotografia di sua figlia, (cioè mia nipote) con tanto di dedica e di complimenti. Complimenti veramente per il nuovo (cd unico, come cantautore) disco di Carlo Enrietti: ben tredici brani tra cui alcuni scritti, diciamo per rimanere nel tema del titolo dell'album, "in tenera età" come "Ferro" e "Miss K". Insegnante di inglese alle medie superiori, da sempre Enrietti ha la passione per il rock e non è certo nuovo ad esperienze musicali anche di un certo rilievo: ha fatto parte di gruppi come i "Neon" i "Krypton" e i "Macho Camacho" con cui ha avuto anche un lancio televisivo su Rai tre nello spettacolo "Jeans2" condotto da Fabio Fazio.

    Particolari sono i testi di questa bellissima strenna che "bisognava" per forza regalare a Natale. Sentite, per esempio, cosa dice nella sua autobiografia dal titolo "Sono nato ad Aosta":

    "...Nei momenti più neri/ Con Dujany e Caveri/ Valdostani più veri/ S'è salvato il riparto.../ Ci veniva un infarto", oppure ancora "...Alla fine del mese/ La lingua è il francese/ Boccone avvelenato/ E lo è sempre stato.../ Sono italianizzato". Oppure in "Papa que ch'a-té?", scritta e cantata nel patois di Cogne (dove Enrietti abita), dice "Papà che cosa c'è?"/ "Sono stanco, sono solo,/ C'è il campo da seminare,/ C'è la legna da segare,/ Non c'è più la passione/ Non c'è più il tempo:/ Tutti lavorano in Regione". C'è poi la canzone dedicata a Pino Bertuna, detto "Pino America", di professione necroforo, un curioso personaggio che Enrietti chiama "il luogotenente del reparto eternità": "(...Ogni tanto un tuo nemico/ Lo vedrai/ La morte non scherza/ E ci impone il suo rigore/ Con tutto quel freddo/ Il tuo nemico è sempre solo/ Il raffreddore".

  • DAVIDE PELANDA